Fin da bambina me l'hanno insegnato...
che solo Dio ci dà la vita e solo Dio ce la può togliere
E chi sei allora Tu, piccolo uomo mortale come me,
che hai preso la mia anima, le hai fatto vivere l'estasi del Paradiso,
e poi, con la stessa forza, l'hai svuotata e scaraventata lì, a terra,
dove ora io la guardo giacere, la vedo agonizzante,
senza più la forza di muoversi, di reagire,
senza più una scintilla di luce?
Mi fermo a pensarla com'era prima di Te,
serena pur nella sua incompletezza,
piena di semi turgidi che solo aspettavano
la mano del buon contadino
a raccoglierli per piantarli in un terreno fertile,
per farli fruttificare
La penso dopo di Te,
dopo che il caso ti aveva portato da lei,
con le braccia colme di doni che aspettavano solo
qualcuno pronto a riceverli,
lei che ti si era dischiusa per accoglierti,
lei che ti aveva affidato la parte più intima e più preziosa di sè,
dove nessuno era ancora mai entrato
difesa per anni da un recinto robusto
che davanti a Te solo si era disgregato
Lei, che aveva trovato un pezzetto di terra nel tuo giardino,
terra libera e fertile, dove piantare i suoi alberi migliori
per godere con Te dei fiori e dei frutti,
quando la bella stagione fosse finalmente arrivata..
La vedo ora, distrutta, immobile
dibattersi debolmente attaccata a un solo, tuo fragile filo
troppo sottile per sopportare il suo peso ma lei
si farebbe leggera leggera pur di potercisi legare
e lasciarsi tirare su, lasciarsi salvare dalla fine
dalla tetra caverna in cui lenta lenta scivola
perdendo il colore, il calore
la vita
Amore, aiutami...
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