sabato 15 agosto 2009

Traduci le mie parole

Lo chiederei all'interprete che c'è dentro di me,
forse risponderebbe che non sono parole,
conoscendolo direbbe "E' solo brusìo, dormi".

Potrei credergli, far galleggiare giorni sbiaditi,
altri sono già venuti e archiviati,
vissuti senza lode ne infamia,
senza Diavolo nè Dio.

Forse la sua voce suadente potrebbe concedermi momenti anestetici,
mi potrebbe insegnare parole di consuetudine,
quelle che non ho mai imparato,
messe a tacere dal linguaggio dei pugni.

Si comporterebbe come il miglior suggeritore nascosto,
ventriloquo dell'anima,
io burattino dalle rosse guance e occhi grandi resterei li,
a ricevere applausi che non mi sono dovuti, senza valore,
che scivolano via come sporco,
senza lasciare nessuna traccia sul corpo.

Disperato gli chiederei quale strada seguire.
Io, che sono storia senza memoria,
uomo scarabocchiato a carta carbone di cui ho perso matrice,
uomo dai mille sogni, ma anche uomo senza progetto,
senza un padre che mi abbia voluto.

Dove sei? Vorrei tanto parlare.

D. - 2 marzo 2008

martedì 11 agosto 2009

Où es-tu?



Per quanto tempo ancora
ti cercherò dove non sarai?

Nell'alba rossa guardando verso est
Accanto a me su una panchina al tramonto

In ogni auto uguale alla tua
In ogni pentola, in ogni piatto

In ogni molo, in ogni barca ormeggiata
Nella sedia al mio fianco al ristorante

Nei cortili, che accoglievano come te le mie parole
nei rari momenti concessi,

Nel silenzio della mia auto la sera
sulla strada verso casa

Sul muto display del mio cellulare
Sulla cresta di ogni onda del mare

In ogni nota di ogni canzone
che mi hai fatto, che ti ho fatto scoprire

Lì ti cercherò, e tu non ci sarai...

Ma in ogni mio pensiero,
in ogni attimo della mia giornata

in ogni battito del mio cuore
in ogni lacrima del mio sguardo,

ci sarai, e farà male
non sentire mai la risposta che vorrei

"je suis là"

C. - 1 marzo 2008

Tregua




Fermati un attimo, dal tuo correre incessante, dal tuo rispondere e dare, dal tuo dubitare e riflettere, dal tuo decidere e agire.

Fermati in un prato verde, vicino ad una sorgente, all'ombra di un albero in un caldo giorno di primavera.

Chiudi gli occhi, e lasciati sfiorare dalla brezza tiepida che ti accarezza il viso, che passa lieve sulla tua fronte, sulle palpebre abbassate, e giu' fino ad avvolgerti tutto in un abbraccio leggero.

Lascia andare i tuoi stanchi pensieri, che alleviati dei pesi del quotidiano, veleggiano sull'onda delle rare nuvole sfioccate sull'azzurro, attraversano un mare placido dalla superficie appena increspata di vento, e giungono integri in porto, dove trovano accoglienza incondizionata, dove possono riposare e recuperare la loro forza, per poi riprendere il viaggio verso di te, portandoti maggiore certezza e tranquillità.

Io ti guardo da lontano, sullo stesso prato, al margine dell'ombra dello stesso albero. Vedo la tua espressione infine rilassata, vedo il timore che ti abbandona, vedo finalmente un'aura serena poco sopra il tuo volto. E la mia anima che si è alzata in volo a seguire i tuoi pensieri liberati, librandosi nell'aria senza più peso, sopra quel mare tranquillo, cercando di fondersi in quelle nuvole candide, per arrivare allo stesso porto, e trovarvi pace mentre tu riposi, si lascia andare in un abbraccio infinito con il raggio di sole che finalmente filtra, si intreccia al tuo sentire e torna da te, senza rumore, senza disturbarti, e senza che tu nemmeno ti accorga che una lacrima calda e salata scivola sulla tua guancia e svanisce, senza lasciare traccia...

E' un attimo lungo un giorno, poi il sole tramonta, la luce sbiadisce, l'immagine sfoca e ritorno alla vita di sempre, ma sento che corri più piano, che respiri tranquillo, ed io piano respiro con te.


C. - 27 febbraio 2008


Chi sei?



Marmo
Ghiaccio
Lucido acciaio cromato
Una lama fredda e lucente
Un cristallo acuminato

Dov'è il calore del sole
la luce dell'oro
il morbido fruscio di seta
di quando sfioravi i miei capelli
di quando respiravi il mio profumo?

Sento una corrente gelida
Non sento più il miele
Non sento più vibrare
le nostre corde all'unisono
Non ti sento più...

Imprigionato in una morsa gelata
Ti intravedo dietro una limpida lastra
Pallido, bianco
Solo il fuoco dei tuoi occhi
ancora buca la nebbia

Il gelo dell'inverno
è uscito da una crepa del tuo cuore
ha allungato le sue dita argentee
e ti ha chiuso in una morsa
dove io non posso entrare
da cui tu non vuoi più uscire

Se ti tendo la mano
il tuo tocco raggela il mio sangue
Se ti guardo
i tuoi occhi mi passano oltre
Se ti parlo
il rumore mi copre

Chi sei?

C. - 25 febbraio 2008

Spazio



Un vento leggero,
rispettoso della stagione passata

si estingue esanime,
i fogli di calendario strappati
come foglie al termine del loro ciclo

dall'albero che le ha così gelosamente custodite.
Giorni pacati seguono l'autunno,
un calmo ma gelido vento verrà,
verranno i suoi consigli, giusti o sbagliati,
come il diverso conio di una stessa moneta.
Lo spazio ora lasciato vuoto si riempie,
suoni, colori e sconosciute alchimie
rimettono tutto in gioco,

un battito ancora e la nuova vita verrà,
qualunque essa sia, merita di essere vissuta.

D. - 27 febbraio 2008

Rimpianti




Avrei tanto voluto guardarti

dormire

appoggiando l'orecchio sul tuo petto

per ascoltare in silenzio il tuo respiro

e baciare i tuoi occhi chiusi

senza svegliarti


Avrei tanto voluto guardarti

correre

cercando di sentire con te l'aria sul viso

e la luce del tramonto entrarmi nelle vene

e trasfigurarmi con te

guardando le stelle


Avrei tanto voluto guardarti

cucinare

per me, guardando da sopra la tua spalla

e annusando profumi,

per sentire la tua soddisfazione

e mangiare con te


Avrei tanto voluto guardarti

amare

me, che sono la parte oscura della tua anima,

il mio respiro, le mie labbra,

il mio corpo tutto,

il mio amore per te


Avrei tanto voluto sentirti,

parlarti, ascoltarti

leggerti e scriverti, sognarti,

viverti e amarti come so fare

come non mi lasci fare,

Amore.

C. - 23 febbraio 2008

domenica 9 agosto 2009

Amore, aiutami...


Fin da bambina me l'hanno insegnato...
che solo Dio ci dà la vita e solo Dio ce la può togliere
E chi sei allora Tu, piccolo uomo mortale come me,
che hai preso la mia anima, le hai fatto vivere l'estasi del Paradiso,
e poi, con la stessa forza, l'hai svuotata e scaraventata lì, a terra,
dove ora io la guardo giacere, la vedo agonizzante,
senza più la forza di muoversi, di reagire,
senza più una scintilla di luce?

Mi fermo a pensarla com'era prima di Te,
serena pur nella sua incompletezza,
piena di semi turgidi che solo aspettavano
la mano del buon contadino
a raccoglierli per piantarli in un terreno fertile,
per farli fruttificare

La penso dopo di Te,
dopo che il caso ti aveva portato da lei,
con le braccia colme di doni che aspettavano solo
qualcuno pronto a riceverli,
lei che ti si era dischiusa per accoglierti,
lei che ti aveva affidato la parte più intima e più preziosa di sè,
dove nessuno era ancora mai entrato
difesa per anni da un recinto robusto
che davanti a Te solo si era disgregato
Lei, che aveva trovato un pezzetto di terra nel tuo giardino,
terra libera e fertile, dove piantare i suoi alberi migliori
per godere con Te dei fiori e dei frutti,
quando la bella stagione fosse finalmente arrivata..

La vedo ora, distrutta, immobile
dibattersi debolmente attaccata a un solo, tuo fragile filo
troppo sottile per sopportare il suo peso ma lei
si farebbe leggera leggera pur di potercisi legare
e lasciarsi tirare su, lasciarsi salvare dalla fine
dalla tetra caverna in cui lenta lenta scivola
perdendo il colore, il calore
la vita

Amore, aiutami...

C. - 22 febbraio 2009

Sabato


Un Sabato è iniziata la mia vita,
Un Sabato ho legato la mia sorte,
Un Sabato ho incontrato te mio amore, la mia vita negata,
l'altra parte di me, del mio sentire,
Un Sabato mi hai strappato il cuore dal petto
bruciandolo nel fuoco del tuo focolare
Un Sabato mi hai bagnato il viso con le tue lacrime di addio
che mi bruciavano addosso come gocce di lava incandescente.
Ogni Sabato da allora il mio cuore si contorce,
I miei occhi si allagano,
La mia mente rifiuta la vita senza di te.
Ora lo so, che io morirò
di Sabato

C. - 21 febbraio 2008

sabato 8 agosto 2009

Una giornata di sole...



Vorrei uscire dalla nostra casa in montagna, avere davanti il nostro piccolo lago ghiacciato, gli alberi spogli che mostrano i dettagli del loro corpo, con la bella stagione nessuno li nota, distratti dalle loro cromatiche chiome.
Potremmo indossare i nostri pattini con la lama d'acciaio lucente che riflette un piccolo sole in miniatura, come colonna sonora avremmo il battere dei nostri cuori che fanno a gara per l'emozione, cercando di confondere la loro voce con il battito dovuto al movimento fisico. Ti abbraccerei, ti fermerei vicino alla nostra panchina in ferro battuto che abbiamo legato con una piccola catena all'albero che le sta vicino, e sorridendo pensare a quando abbiamo gettato la chiave sul fondo del lago senza dire cosa questo significasse, era così chiaro a tutti e due.
Ti osserverei al sole, e poi ti cederei il mio posto, non vorrei mai che i tuoi bellissimi occhi, così simili ai miei, lasciassero cadere delle lacrime, mi avvicinerei al tuo collo e ti sussurrerei quanto ti voglio bene, mi fermerei a guardare tutto quello che c'è intorno, poi rientreremmo a casa e ci faremmo un bagno caldo insieme in mezzo a schiuma e spezie di altri paesi che avremmo forse progettato di vedere prossimamente, e scherzando e ridendo sul mio scarso francese che tu ostinatamente mi vorresti insegnare arriveremmo all'ora di cena, stasera filetto ai tre pepi e polenta con porcini che tu divoreresti insieme al pane, appena fatto, ancora caldo.
Poi mi fermerei ancora a baciarti e a toccare il tuo corpo che le mie mani non hanno mai dimenticato. Avremmo di nuovo il calore del nostro fuoco a riscaldarci tutta la notte mentre fuori fa buio, ma dentro questa casa risplende la luce bellissima dei colori del fuoco che muove e fa danzare contro il muro le nostre ombre ora capovolte, ore intrecciate ora calme e lente, e chissà se tu sentiresti quello che penso....che tutto quello di cui ho bisogno sta qui, cento metri attorno a me....


D. - 8 dicembre 2007

Una serata fredda...


E' stato un viaggio lungo, lungo e faticoso,
quello di oggi per strade impervie, salite e discese,
ostacoli difficili, enigmi da risolvere,
un freddo intenso, un vento gelato,
ma ho comunque superato tutto, e alla fine
ho imboccato la strada di casa,
una strada un po' buia, tra gli alberi,
verso il fondo si vede la casa, che bello
tra poco ci sarò e mi avvolgerà col suo calore
allungo il passo per arrivare prima,
ecco, ci sono, suono il campanello....

Ma strano, la porta non si apre da sola davanti a me
come succede di solito..eppure è lo stesso giorno, la stessa ora...
spingo la porta con la mano, è aperta,.... bene
entro, ma non mi avvolge il solito calore, il profumo del pane caldo,
l'odore della brace di legno...guardo il camino
mentre mi tolgo lentamente il cappotto, appoggio la borsa,
il camino è acceso, ma non c'è il solito bel fuoco scoppiettante,
solo una fiammella, proprio stasera che ho freddo...
va bene, avvicino le mani comunque, in fondo un po' di caldo me lo dà

Vado verso la mia poltrona, la mia preferita, ma che strano
stasera non c'è la solita coperta che trovo di solito
morbidissima, e profumata, che mi si avvolge addosso
beh certo, c'è una coperta, bella, pulita, prenderò quella..

Dov'è la mia rosa rossa, quella che trovo sempre a quest'ora,
splendida e vellutata, dal profumo intenso e delicato al tempo stesso...
si, c'è un fiore, bello, fresco, ma non è la mia rosa...
e ha un profumo che non mi piace...non è per me
e poi dopo 5 minuti di solito suonano alla porta
e mi consegnano un altro mazzo di rose, ancora piu belle
solo per me...stasera aspetto, ma non suona nessuno,
mi fermo un attimo a pensare, ma come mai,
proprio stasera che sono piu stanca, che ne avrei piu bisogno...
poi, girando lo sguardo, noto un rettangolo bianco, appoggiato sul camino
mi avvicino e leggo, perchè è un biglietto
un biglietto con scritto
"...ci sentiamo domani..."

E allora mi alzo, mi rimetto il cappotto,
prendo la mia borsa, ci infilo la rosa,
nel frattempo il camino si è spento, e fa freddo...
esco, mi tiro dietro la porta, mi rimetto sulla strada
tornero' lunedi' sera, e mentre scendo lungo la stradina
mi dico che forse ho sbagliato giorno,
o forse sono talmente stanca
che in realtà era tutto come sempre
ma non me ne sono accorta....
una lacrima prova a scendere lungo la mia guancia intirizzita,
ma il freddo la gela e la blocca a metà
si spezza e cade, come una piccola goccia di cristallo
e domani è un altro giorno...

C. - 6 dicembre 2007

Pensiero



Apro gli occhi al mondo e tutto riprende,
suoni, profumi e contorni
iniziano a mostrarsi,
pensieri con memoria di forma
iniziano a riprodurre l'idea di te,
forse per colpa del calore
che riscalda il mio cuore
o semplicemente la mia mente
che chiede ancora una volta di te.

Mi adeguo al suo volere,
ne accolgo i desideri,
poichè a nulla servirebbe ingaggiare
una battaglia già persa a priori
con chi detiene la verità,
e mi conosce così bene.

Il tempo a volte è tiranno,
la vita ha le sue cadenze, le sue esigenze
e quando loro mi portano lontano da te,
in un modo che mi è inusuale
e che posso detestare,
ma non contrastare,
tutto quello che la mia mente chiede
è poter pensare a te,
amore.

D. - 23 novembre 2007

Nebbia


Senza fiato cerco di soffiare, e no, non he ho abbastanza di forza, come quando nebbia senza vento rimane immobile e disegna scenari nuovi, cambia faccia alle cose, non nasconde, ma trasforma.
Potresti aspettare un raggio di sole che verrà a riportare ordine e luce nella tua giornata, o invece fermarti a guardare intorno e capire, e guardi vicino, e fai attenzione alle cose che ogni giorno dai per scontate, forse un giornalaio, la luce lampeggiante di un semaforo la mattina presto, una semplice linea bianca che ora è la tua guida.
Nuovo valore attribuisci alle cose poichè esse sono in quel momento il tuo punto di riferimento e le ringrazi per questo.
Quando i tuoi occhi torneranno a poter spaziare lontano trasformerai di nuovo quelle cose che appena un attimo prima consideravi importanti, cose insignificanti come oggetti banalmente dimenticati, lasciati lì a prendere polvere...li puoi scordare: ora non ne hai più bisogno, fino alla prossima volta.

D. - 21 novembre 2007

Aria


E come fosse aria

d'ora in poi respirerò la tua presenza.

E solo adesso posso accorgermi

che ho sempre trattenuto

il fiato.

D. - 6 novembre 2007

Autunno


L'autunno e bellissimo, molti lo odiano pensando a quello che ne seguirà, ma io mi fermo, guardo gli alberi che cambiano colore, la luce color oro del sole, così come solo in questa stagione sa essere, guardo le nuvole leggere a decoro del cielo, vivo il momento e lo apprezzo.
Il mio pensiero è felice quando so che qualcun'altro ha la stessa sensibilità, esiste una persona speciale che sa cogliere la bellezza delle cose, emozionarsi per esse, ed io, in qualche modo, faccio parte della sua vita, e lei della mia.

D. - 1 novembre 2007

Come il Vento


Come un piccolo pezzetto di stoffa,
casualmente impigliato chissà dove
quasi partecipe di una scelta non sua,
forse tra i rami di un albero
o trattenuto dallo stelo di una rosa,
come una piccola bandiera
che si muove
nel vento…

Come se un piccolo pezzo di stoffa,
del colore del cielo,
vivesse solo animato
dal vento.

Come se quel vento fossi tu e potessi dargli vita,
come il mare nella sua calma piatta pensa,
la tua mancanza lo lascerebbe inerme, immobile,
in attesa che tutto si muova,
che qualcosa lo animi ancora,
aspetterebbe che tu tornassi.

Dei colori del fuoco sarebbe
quando le parole soffiano come burrasca,
e a fatica si sposterebbe
e se esitasse ancora un momento volerebbe via lontano,
forse senza speranze,
senza più trovare appiglio
volare da solo per sempre,
spinto dal vento come il passare del tempo.

Dei colori dell'arcobaleno sarebbe,
e vento dolce e gentile,

e rispettoso di lui,
lo farebbe danzare con grazia e dolcezza
una danza perfetta.


Ascoltandolo potresti udire musica,
e guardandoli percepire perfezione,
lo vedresti danzare accompagnato
da una danzatrice invisibile
potresti pensare ad un assolo,
ma lui in realtà non sarebbe nulla
senza il suo
vento.


D. - 7 ottobre 2007