martedì 17 maggio 2011

Mani


Le mani gli passavano davanti agli occhi, agili, magre ed eleganti.
Mani intelligenti le chiamava, sapevano di buono, erano capaci di suonare vari strumenti.
Quelle dita avevano suonato la chitarra per lui,
quando lui le aveva chiesto di comporre una canzone che parlasse alla loro storia.
Sapeva che lei era capace di suonare il piano e questo era stata la consacrazione per quelle mani che ricordavano.
Era stata quella volta, quel sabato pomeriggio in cui aveva fatto la loro conoscenza,
che lui le aveva viste per la prima volta,
anche se era durata pochi istanti la sensazione delle loro dita a contatto con le rispettive schiene,
che assorbivano calore e vibrazioni,
come se suonassero un nuovo strumento, il suo cuore.
Da quel giorno capii che le tue mani avevano memoria,
da quel giorno ti penso tutti i giorni.

D. - 17 agosto 2008

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