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Sento il caldo sul mio corpo, febbre che sale nelle vene, vino caldo, speziato
i pensieri sono lacerati da fitte che li distraggono, mutandoli in cattivi presagi.
Ancora una volta il mio corpo non mi regge, non segue il mio volere
ma mi parla attraverso il suo linguaggio,
più sincero e schietto di qualsiasi persona.
Il miol tallone d'Achille, la mia gola brucia
mentre il cuore fa gli scherzi, sobbalza, rallenta e quasi si ferma
verde, giallo, rosso e poi ancora verde
concentrato sente che lo ascolto, gli do attenzione.
Vivo alterne emozioni,miriadi di sogni che mi accompagnano
in una notte senza sonno, in un esistenza senza segno
inseguendoli ad occhi chiusi, correre correndo oltre l'ultimo millimetro del burrore
capitolando per inezia, la terra divenuta aria, precipito
Che difficile restare aggrappati a quel ramoscello
dipinto sulla scarpata dagli inventori hollywodiani
sempre troppo piccolo, sempre troppo in alto per spiccare il salto.
Forse sono già più da nessuna parte,
forso sono già nessuno, cacciatore del nulla
profeta di idiozie, un uomo qualunque.
La malattia può essere una dolce compagna
sincera ed onesta perchè essa non ti mente
ti dice esattamente cosa succederà,
mentre la mia vita è muta
e sono stanco di inventarmela
Mi butterò, lascerò andare lentamente il ramoscello esausto
troppo tempo ha sostenuto il mio peso ed ora merita libertà
precipiterò forse sul fiume che mi porterà dove vorra
amici e nemici mi vedranno dalle sponde
mi indicheranno con la stessa attenzione di un bastano
rubato dall'abero dalla furia della tempesta
nessuno avrà più potere su di, neanche me stesso
diverrò quello che è scritto.
D. - 6 luglio 2008
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