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Giorni eterni che scindono mesi,
hanno dissolto i punti che cucirono la ferita,
annegati nel tempo
e nella tua testarda cura.
Rimane al tatto un piccolo segno,
poca, bianca pelle callosa,
di cerebrale, onirico ricordo.
E hai allargato le braccia
erigendoti sulla scogliera,
incurante di vento, pioggia e dolore,
ambendo e così meritando
il dono nascosto nella tempesta.
E con bocca di donna l'avevi già chiamato,
tu sola ne eri convinta,
lo hai scorto con gli occhi del cuore,
che vedono ragioni
che gli altri occhi non possono vedere.
E tra tumulti di fredda incoerenza,
hai saputo parlami con voce scritta,
intingendo calamai di rosso dolore.
Hai abbattuto ostacoli e demoni umani,
caparbia e sicura hai strappato le mie nere ali,
i miei bui pensieri.
Ora, bianche e splendenti,
appartengono a te.
D. - 3 maggio 2008
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