giovedì 8 aprile 2010

Mea Culpa

Ti passerà in attimi, appena mille battiti d'ali di un colibrì
ti librerai di fiore in fiore, cercandovi nettare dolce

Di essi porterai pollini esotici, in terre brulle e scure

dove perenne, la bruma nasconde il sole

dove mille vite non varranno un solo minuto della nostra,

noi che eravamo mare e cielo, oceano e scogliera

apparivamo allo sfumato orizzonte, fusi, in tutt'uno confusi,

un azzurro mischiato nella tavolozza di un pittore agli albori.

Ho giocato con il fuoco,
mi sono perduto in umane paure
Tu che mi avevi insegnato regole
non concordi alla legge degli uomini
Mi hai aperto il petto, hai saputo ascoltare
hai riconosciuto il palpitante morse, la richiesta d'amore.

Hai scommesso su di me, ronzino di razza
ma pur sempre un ronzino
proveniente dai tuoi antipodi.
Di una linea siamo stati i due punti estremi
per vita, esperienze ed estrazione sociale
ma per formare uno splendido cerchio
ci siamo toccati ed uniti

E ci avevamo creduto, investito pezzi di cuore offerti a due mani,
prestati l'un l'altra senza un
mero interesse
Ma io ho sbagliato una volta di troppo:
per paura d'amare
ti ho venduto una ragione che ora non sopporto

Chissà se torneranno mai gli incantevoli giorni
che brillavan di luce nei nostri cuori d'inverno
Ascolterò mai la tua voce intonarsi per me una volta ancora?
a fare lo slalom tra paura e vergogna
in un'attesa felice del mio scontato giudizio

Non ho la forza degli uomini sicuri
nè la certezza degli uomini forti
forse ho i peggiori difetti di entrambi
Ora che mi ripaghi con la mia stessa ragione
vedo quanto dolore essa racchiude
e ancora di più mi sento sbagliato.

Non ti ho meritata, è questa la fine
la morale della fiaba che avevo sfiorato,
non ho saputo coltivare un unico fiore

che non chiedeva nient'altro,
solo qualche goccia d'amore.

D. - 5 giugno 2008

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