mercoledì 10 marzo 2010

Perle di pioggia


Cosa resta del mio sogno
se non la speranza nel domani,
che fino a ieri era oggi.
Pregare che i pensieri tristi
per il nostro modesto addio
abbiano il coraggio di farsi da parte,
lasciar filtrare il dolce ricordo di giorni centellinati
tra migliaia vissuti da entrambi,
deposti in mezzo ad altri come diamanti,
mescolati riflessi tra foglie
bagnate di tonda rugiada delle nostre esistenze.

Anime di carta carbone, scritte di stessa mano,
matrici separate in momenti diversi,
destinate a posti diversi ed a persone diverse.
Regalarsi a vicenda compromessi impossibili
non è servito.
Incontrarsi ogni notte in luoghi inesistenti,
ballare con la mente,
amarsi con l'arma degli scrittori.

Tentare inutilmente di spostare un po' più in là
mia riga limite, disegnata da bianco gesso,
lavato via dall'ultimo timido acquazzone.

Ora la pioggia non bagna più,
odo appena il gocciolìo sul prato,
qualche rigagnolo ancora prota acqua al fiume.
Non vedo più il bianco tratto,
cancellato davvero o forse troppo lontano,
a metà strada di opposti precipizi,
luogo di scelta.

Lascio che un altro giorno passi, inerte, flebo.
Domani traccerò una nuova riga, forse.
Speriamo che sia cessata
la stagione delle piogge.

D. - 12 maggio 2008

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